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Recensione Pentax HD DA 16-85 WR ED DC

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Quando l'hanno annunciato pareva uno scherzo: un altro zoom che copriva, di nuovo, un intervallo di focali battutissimo da Pentax. Non sembrava nemmeno il degno sostituto del DA 17-70 visto che portava con se l'onta di non essere ad apertura costante. A tutto questo si aggiunge anche la competizione diretta con almeno 3 obiettivi, star e non, che sono piaciuti parecchio: DA* 16-50, DA 16-45 e DA 17-70.

In realtà questo obiettivo fa già parte di una classe di nuove ottiche che stacca molto con il passato e che vanno a rimpiazzare positivamente i precedenti obiettivi. L'estetica e la costruzione dimostrano che il marchio ha ricevuto una svolta da parte di Ricoh... le qualità ottiche sono altrettanto in discontinuità con il passato e a mio parere decisamente in meglio.

La prima cosa che mi ha colpito del 16-85 sono le dimensioni. Alla minima focale, che corrisponde alla massima compattezza, risulta già bella grossa... non appena si prova a zoomare fino alla massima focale l'ottica comincia ad estendersi molto, in modo quasi sproporzionato.
Per esser chiari, a 85mm, senza il paraluce è lunga quanto il FA 100-300/4.5-5.6 ... con il paraluce è lunga quanto il DA* 300/4 senza paraluce. E' strano avere in mano un 85mm che diventa lungo quanto un 300mm.
Sempre a riguardo delle dimensioni penso - perché non posso verificarlo con la K-3 II - che ci saranno notevoli problemi con i flash pop-up: il paraluce è piuttosto grande e lontano dal corpo: nelle focali wide dubito l'obiettivo non interferisca con il fascio luminoso.

A parte l'estensione, quella che ci si ritrova in mano è un'ottica che da una grande impressione di solidità, abbastanza pesante ma molto ben bilanciata e che sta ben comoda in mano. La ghiera dello zoom è molto larga, la zigrinatura fa ben presa ed è resistente il giusto. La ghiera della messa a fuoco è quasi inesistente (è larga meno di un centimetro), priva di tacche e indicazioni di alcun tipo... il suo posizionamento, però, finisce abbastanza comodo per muoverla con il pollice senza cambiare il carico sul palmo: non sembra essere una casualità anche perché la mobilità concessa al pollice ben si sposa con la corsa utile per eventuali correzioni (grazie al Quick Shift). La ghiera di messa a fuoco oppone abbastanza resistenza al movimento al punto da essere ben utilizzabile anche per focheggiare manualmente (in live view con il focus peaking) con precisione... non ha alcun gioco.
Insomma come costruzione e tolleranze è nello stile del DA 14 ed è una cosa che gradisco parecchio.

Il punto forte, secondo me, di questo obiettivo sta nell'accoppiata dell'intervallo focale coperto unito alla qualità d'immagine.
Se si va a vedere la parte più critica dell'inquadratura (l'angolo estremo) con un buon contrasto di luminosità (cosi' da evidenziale l'aberrazione) alle due focali estreme, si nota subito che di qualità ce n'è tanta e questo a dispetto di tutti i dati di targa che - per un retaggio del passato - tendono a farlo considerare un obiettivo dozzinale.

Utilizzato su una K-3 II - a 16mm a tutta apertura, l'angolo estremo presenta un'aberrazione cromatica di soli 8 pixel che si riduce molto rapidamente fino ad annullarsi allontanandosi di poco dagli angoli. La risolvenza all'angolo estremo non è particolarmente elevata ma lo è a sufficienza da surclassare ottiche ben più costose.
All'altro estremo, 85mm sempre a tutta apertura e su un angolo estremo, l'aberrazione è praticamente assente e la risolvenza è molto elevata.
Il resto dell'inquadratura, quindi allontanandosi dalla parte più critica, migliora su entrambi gli aspetti... all'incrocio dei terzi, tanto per esser precisi, la risolvenza è veramente alta a tutte le focali.

A 16mm l'obiettivo risulta molto ben corretto e ha una distorsione molto lieve. Usato in interni presenta una correttezza che per la mia esperienza posso paragonare solo con uno schema flektogon.

Il DA 16-85 nelle focali lunghe non è un ritrattista nel senso che non c'è la minima parentela, che so, con un DA* 55 o con il DA* 50-135. Malgrado ciò nei ritratti che ho effettuato produce risultati veramente belli in particolare per la progressione e la bellezza dello sfocato (la tridimensionalità direbbero alcuni). Nel ritratto lo vedo essere un po' più sensibile sulla gamma verde-arancio ma senza dare l'impressione di aver davanti enfatizzazioni artificiose.
Utilizzato nelle focali da 50 a 85mm con diaframmi da f/5.6 a f/7.1 i mezzo busto con un po' di ambientazione sono molto piacevoli grazie ad uno sfocato sempre morbido e ad un distacco del soggetto pronunciato. Le lamelle arrotondate producono un ottimo effetto, anche sul lato wide e a diaframmi dove Ricoh dichiara non esserci più il "round iris".

L'AF. E' il mio primo obiettivo DC... e vorrei fossero tutti cosi': silenziosissimo, nei piccoli aggiustamenti quasi impercettibile, e come velocità lo trovo in linea con lo screwdrive (quello potente e reattivo delle K-3).

Il difetto principale (e pressoché l'unico trovato) del DA 16-85 è l'abbondante distanza minima di messa a fuoco che, per il lato wide, non si presta minimamente al fare close-up ambientati come permettono, ad esempio, ottiche come il DA 14, il DA 10-17 o anche solo il buon vecchio DA 18-55.

Il 16-85 in accoppiata con la K-3 II è veramente un piacere. L'ottica regge benissimo tutte le pretese della ammiraglia Pentax offrendo una flessibilità d'uso e una praticità eccezionale.
Manca ovviamente di luminosità più che altro sul lato tele, se parliamo del lato wide siamo a solo mezzo stop da f/2.8 e con una qualità già elevata. Personalmente trovo sia un problema solo per le funzionalità dell'AF poiché dipendono dalla quantità di luce che passa a tutta apertura.

Recensione by
ntx - Jenner

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